La mia pratica clinica e di ricerca
"..per orientarci, dobbiamo metterci le mani e ascoltare parole che hanno corpo."
“Per orientarci..”
Chi si impegna in una relazione analitica spesso si è perso, oppure si sente bloccato o rallentato. A volte è isolato e sente il bisogno di un campo d’incontro ben definito e sicuro, dedicato ad accorgersi di sé e degli altri per riprendere il cammino.
Per rispondere al meglio a questo bisogno mi sono specialmente interessato agli aspetti sensoriali della relazione analitica, sia nella pratica clinica che nella ricerca condivisa con i colleghi. In particolare ritengo necessario che gli elementi simbolici trovino corpo e spessore, per essere percepibili e scoperti come riferimenti validi, anche quando non si capisce niente o quasi niente.
“..dobbiamo metterci le mani…”
Ho così valorizzato questo semplice livello di ascolto, non necessariamente centrato su parole già pronte o spiegazioni, ed ho introdotto nella stanza d’analisi una possibilità di relazione che gli corrisponde: il Gioco della Sabbia (G.d.S.). Elementi trainanti del G.d.S. e dell’analisi in sé sono il coinvolgimento non razionale e l’aprirsi di prospettive inattese.
La metafora del gioco è legata alle necessità che la vita ci porta: spesso dobbiamo metterci le mani anche quando non sappiamo come fare. Solo toccando, grazie ad un contatto, ad un gesto in cui accettiamo di non avere tutte le spiegazioni, scopriamo di essere presenti, di poterci orientare e incontrare con rispetto.
“dobbiamo metterci le mani” …è una metafora di tutte le possibilità sensoriali, immaginative e simboliche della relazione analitica e della vita stessa. E’ un modo di comunicare non direttamente legato alla parola o alla spiegazione del gesto. E’ una possibilità di preparare la parola, di aspettarla ed accoglierla quando è pronta.
“..e ascoltare, parole che hanno corpo.”
Si tratta di un’ esperienza liberamente disponibile nella mia stanza d’analisi e non preordinata… c’è chi gioca con la sabbia e chi no. In ogni caso, resta l’attenzione alla risonanza di questo livello di ascolto che, anche senza la sabbia in sé, consente di giocare la relazione e trovare parole vive anche nella modalità verbale più conosciuta.